Messina, operazione Totem; i particolari e i nomi degli arrestati

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REDAZIONE – Ecco nel dettaglio i nomi dei ventiquattro esponenti dell’associazione mafiosa denominata “Giostra”, disarticolata stamani nel corso di un’operazione congiunta di polizia e carabinieri di Messina. Gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, detenzione illegale di armi, esercizio abusivo di attività di gioco o di scommessa, corse clandestine di cavalli e maltrattamento di animali e altro, aggravati dalle modalità mafiose. Nelle attività di esecuzione hanno collaborato gli uomini dei Commissariati di Capo d’Orlando, Patti, Barcellona P.G., Milazzo e Taormina, del Reparto Prevenzione Crimine di Catania e dei militari delle Compagnie Carabinieri di Messina Centro, Messina Sud e del Reparto Operativo di Messina.

Sono stati sottoposti alla custodia cautelare in carcere:
Tibia Luigi, nato a Messina il 07.06.1974 e ivi residente;
Smiraglia Calogero, nato a Messina il 03.03.1973 e ivi residente;
Giuseppe Molonia, nato a Messina il 17.03.1989, ivi residente;
Paolo Aloisio, nato a Messina il 19.07.1979, ivi residente;
Teodoro Lisitano, nato a Messina il 19.09.1970, ivi residente;
Vincenzo Misa nato a Messina il 17.01.1985, ivi residente;
Antonio Musolino, nato a Messina il 24.06.1978, ivi residente;
Massimo Bruno, nato a Messina il 24.09.1979, ivi residente;
Roberto Lecca, nato a Cagliari il 4.7.1978, residente a Sinnai (Ca);
Eduardo detto Aldo Morgante, nato a Messina il 09.03.1958, ivi residente;
Luciano De Leo, nato a Messina il 05.08.1979, ivi residente,
Paolo Mercurio, nato a Messina il 13.02.1993, ivi residente;
Giuseppe Schepis, nato a Messina il 25.11.1977, ivi residente;
Santi De Leo, nato a Messina il 22.2.1978, ivi residente;
Francesco Gigliarano, nato a Isola Capo Rizzuto (KR) il 05.08.1973, ivi residente;
Francesco Forestiere, nato a Messina il 06.12.1975, ivi residente;
Carmelo Salvo, nato a Messina il 12.02.1973, ivi residente;
Carmelo Rosario Raspante, Nato a Regalbuto (EN) il 17.02.1960, ivi residente;
Antonino Agatino Epaminonda, nato a Catania il 25.07.1967, ivi residente.

Sono stati sottoposti agli Arresti domiciliari:
Maddalena Cuscinà, nata a Messina il 12.06.1977, ivi residente;
Antonino D’Arrigo, nato a Messina il 15.04.1980, ivi residente;
Pietro Gugliotta, nato a Messina il 14.12.1961, residente a Patti.

E’ stato sottoposto alla Obbligo di presentazione alla P.G. Giovanni Bonanno, nato a Messina il 17.8.1967, ivi residente. Allo stato una persona è risultata irreperibile.


I particolari dell’inchiesta:

Il provvedimento in esecuzione è frutto di attività investigative condotte sin dal 2012 dai Carabinieri del Comando Provinciale di Messina e dal 2013 dai poliziotti della Squadra Mobile che, coordinati dalla D.D.A.A. di Messina, hanno consentito di comprovare l’esistenza di una ramificata struttura criminale, documentandone gli assetti organizzativi di vertice e i ruoli svolti dai singoli associati sia nella effettiva gestione di attività imprenditoriali intestate a prestanome, sia nel settore delle scommesse illecite.
L’inchiesta ha accertato come il sodalizio mafioso si avvalesse della complicità di un amministratore giudiziario, Giovanni Bonanno, per continuare a gestire di fatto attraverso uomini di fiducia, due imprese già confiscate nel 2012, nonché delle capacità manageriali di un professionista, Antonio D’Arrigo, a cui era affidata l’effettiva conduzione della discoteca “IL GLAM” e di alcuni stabilimenti balneari tutti riconducibili alla famiglia anche se intestati a soggetti insospettabili. Dalle indagini, inoltre, è emerso come alcuni appartenenti al sodalizio servendosi di un network di imprese apparentemente legali ma sprovviste dei requisiti prescritti per operare nel mercato dei giochi on line, procedessero alla raccolta delle puntate e al pagamento in contanti delle vincite ai clienti, utilizzando server dislocati al di fuori dei confini nazionali. Nel medesimo ambito, l’organizzazione criminale provvedeva a investire nuovamente parte degli introiti nell’acquisto di videopoker, totem e slot-machine, che venivano a loro volta modificati mediante l’installazione di software illegali.

Il metodo:
Fatta luce anche sulle modalità con cui Maddalena Cuscinà, moglie del boss Luigi Tibia e altri due affiliati, si adoperavano per garantire il reimpiego dei proventi illeciti derivanti dal gioco d’azzardo e dalle scommesse clandestine, che venivano reinvestiti in alcune attività di ristorazione e di intrattenimento di cui i medesimi erano intestatari. Contestualmente, è stata data esecuzione a un decreto di sequestro preventivo di lidi balneari, sale giochi e scommesse, auto, attività commerciali di ristorazione e intrattenimemto del valore complessivo di oltre 2 milioni di euro.
Le indagini hanno consentito di portare alla luce una pericolosa e strutturata organizzazione criminale, radicata in quel quartiere ma con forti cointeressenze con altri gruppi criminali della città, diretta, organizzata e promossa da Luigi Tibia, nipote del boss detenuto Luigi Galli, il quale ha stabilito le strategie da seguire, impartito disposizioni agli altri associati, pianificato e partecipato alle attività illecite.
Tibia, nel corso delle indagini, manifestava l’intenzione di acquisire la gestione del lido-piscina insistente nella struttura turistico – balneare “Giardino delle Palme” di Mortelle, per la stagione estiva 2014 – posta in liquidazione coatta. Ottenendo l’appoggio del concorrente esterno Pietro Gugliotta commissario liquidatore della società cooperativa di navigazione a.r.l. Garibaldi, in liquidazione coatta amministrativa, proprietaria di due lidi balneari esistenti presso la struttura alberghiera Grand Hotel Lido – Giardino delle Palme, Luigi Tibia ha fatto in modo di ottenerla in affidamento, estromettendo altri imprenditori aspiranti nelle procedure di affidamento, turbando lo svolgimento della gara. Ottenuta la concessione, la gestirà tramite la società TIDE srl, per la stagione estiva. Pietro Gugliotta riveste, inoltre, l’incarico di Vice Presidente della Società di Calcio ACR Messina, dall’agosto del 2015.
Di particolare interesse, si evidenzia la figura dell’imprenditore Calogero Smiriglia, detto Carlo, il quale come hanno dimostrato le indagini, ha messo a disposizione dell’associazione mafiosa guidata da Tibia, le proprie attività e risorse economiche, anche al fine di consentire il reimpiego di somme di denaro di provenienza delittuosa, compiendo acquisti di beni per attività gestite dall’uomo tramite interposta persona, rendendosi disponibile ad assumere il personale segnalato da Tibia, ricevendone protezione da pretese estorsive e rapine, intervenendo in suo favore per l’apertura di conti correnti presso istituti di credito, prestandosi ad effettuare liberatorie, nell’interesse del Tibia, concernenti assegni rilasciati da uno degli indagati, finanziando le scommesse relative alle corse clandestine dei cavalli, prendendo parte ad incontri nei quali si discuteva di occultamento di armi nella disponibilità del clan, partecipando ad iniziative di natura estorsiva attraverso le quali il clan assumeva il controllo di attività economiche delle quali egli beneficiava. Inoltre, sul piano probatorio è stato possibile stabilire un diretto rapporto, sinora mai acquisito processualmente, tra l’organizzazione delle corse di cavalli clandestine e la raccolta delle scommesse da parte dell’organizzazione criminale di Giostra. Tibia e i suoi associati sono infatti ritenuti responsabili di aver organizzato ed effettuato, in concorso tra loro, più corse clandestine di cavalli sulla pubblica via, con relative scommesse illecite, senza la necessaria autorizzazione dell’Autorità, con l’aggravante di aver commesso i fatti, in correlazione all’organizzazione ed alla gestione di scommesse clandestine ed avvalendosi del metodo mafioso.
Nel corso delle indagini, è stato tratto in arresto Massimo Bruno in quanto deteneva, per conto di Tibia e di altri associati, tre fucili da caccia, dei quali uno con le canne tagliate, nonché numeroso munizionamento, sottoposti a sequestro. Nel corso delle indagini è emerso un metodo criminale tipicamente mafioso poggiato sulla violenza e sulla crudeltà, evidenziato anche attraverso un episodio avvenuto, in data 25.08.2014, all’interno del Lido “Park” dove Luciano De Leo e Luigi Tibia picchiavano un giovane, ritenuto autore di alcuni furti quindi, meritevole di una esemplare punizione. Inoltre, il giovane, è stato letteralmente sequestrato, in quanto privato della libertà personale e costretto a rimanere per una settimana presso il Lido Park, con la minaccia che se avesse disubbidito, sarebbe stato nuovamente percosso.