Lettera di Beppe Lumia ai cittadini di Tortorici

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Giuseppe Lumia

REDAZIONE – A distanza di due settimane dai fatti di cronaca relativi al fallito attentato al presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci e a poche ore dal compimento dell’operazione “Senza Tregua” per la disarticolazione di un gruppo mafioso operante nel settore della droga e delle estorsioni, il senatore Beppe Lumia torna a parlare di legalità sui Nebrodi e lo fa con una lettera aperta rivolta ai cittadini di Tortorici coi quali si era confrontato, anche sui giornali, su alcuni aspetti del suo intervento durante un comizio tenuto insieme col Governatore Rosario Crocetta, il commissario dell’Esa, Francesco Calanna ed Antoci, lo scorso 21 maggio nel centro oricense.

Di seguito la lettera del senatore:

Pochi giorni dopo l’agguato mafioso al presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, con lo stesso Antoci, il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta e il commissario dell’Esa, Francesco Calanna, ci siamo recati a Cesarò e a Tortorici. Qui la piazza era piena di cittadini per assistere al nostro comizio. Quando ho fatto i nomi e i cognomi delle famiglie mafiose una parte della piazza ha vissuto questo momento come una sorta di liberazione. Un’altra parte, invece, l’ha vissuta con ostilità e rabbia. Sentimenti che ho dovuto contenere, vista la veemenza con la quale abbiamo puntato l’indice contro i boss del territorio e la forza della nostra denuncia. Ma c’era una parte ancora neutra di cittadini che tentennava, attenta a non sbilanciarsi per tenere un piede di qua e uno di là. A questi cittadini mi rivolgo dicendo che non si può fare gli ignavi o, ancora peggio, i furbetti. Anche loro devono decidere da che parte stare, perché la guerra continua. È una guerra contro i Bontempo-Scavo, che ormai sono un tutt’uno con i Batanesi, contro i Conti-Taguali e la figura emergente di Antonio Foraci, arrestato ieri insieme ad altre 22 persone nel corso dell’operazione “Senza Tregua” della Procura di Messina e della Polizia di Stato. Alcuni cittadini affrontano la questione con uno schemino tanto semplice quanto pericoloso, secondo il quale parlare di mafia a Tortorici vuol dire criminalizzare un’intera comunità. Roba vecchia che fa male alla Tortorici onesta. La Tortorici libera, laboriosa e democratica sa bene che parlare di mafia per capire e comprendere le dinamiche mafiose nel territorio è un fatto positivo. Una città che prende coscienza di questa presenza, che non la nasconde, che non la nega, che non la minimizza è una città che può spiccare il volo per sprigionare le sue straordinarie energie di crescita sana. Al contrario una città che chiude gli occhi è una città che rischia di essere fagocitata dal potere di Cosa nostra e bollata come mafiosa. Quindi, l’antimafia è una risorsa preziosa se fatta con rigore e sapendo coniugare legalità e sviluppo. È quello che stiamo facendo nei Nebrodi, con in testa proprio la città di Tortorici. Per cui basta tergiversare. Isoliamo la mafia, colpiamola in modo sistematico, anche sul piano culturale, e comprendiamo che questo è un momento sì drammatico, ma anche una fase positiva per fare un cammino virtuoso senza precedenti. Tortorici sia protagonista di questo cambiamento”.