Attentato Antoci, Musumeci: “reimpiegare il Corpo Forestale, indagare tra i colletti bianchi”

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Dopo l’agguato al Presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, e la dichiarazione del Presidente della Regione, Rosario Crocetta, in cui si chiedeva un rafforzamento delle misure di sicurezza nei confronti di Antoci e un intervento deciso dello Stato sui Nebrodi anche attraverso l’impiego dell’Esercito, interviene sulla vicenda anche il Presidente della Commissione Regionale Antimafia, Nello Musumeci.
L’On. Musumeci affida ad un comunicato stampa le sue dichiarazioni richiamando l’attenzione del Governo Regionale sul Corpo delle Guardie Forestali: “Prima di invocare l’arrivo dell’esercito per presidiare le campagne siciliane contro la presenza mafiosa, il governo farebbe bene a dire cosa vuol fare del proprio Corpo delle Guardie forestali. Un migliaio di uomini con funzioni di polizia giudiziaria, anni di esperienza alle spalle e una profonda conoscenza del territorio isolano, dei quali non si conosce la sorte. Distribuiti nelle nove province secondo logiche irragionevoli, con distaccamenti dotati spesso di una sola unità, con mezzi e risorse limitati e senza mai ricevere alcuna seria motivazione dai vertici regionali. Si cominci da casa nostra a dare l’esempio”.
Secondo Musumeci il dispiegamento del Corpo Forestale nelle zone rurali, funzionerebbe da deterrente per i malviventi. “I mafiosi, che non vanno certo in giro per le campagne con la lupara a tracolla, si servono di utili “alleati” per portare avanti i loro loschi affari e le colossali truffe ai danni dello Stato. Dalla indagine condotta dalla nostra Commissione emergono preoccupanti omissioni da parte delle istituzioni locali (vedremo se per dolo o per paura) ed il coinvolgimento di settori della Pubblica amministrazione e di strutture di consulenza e di patronato. E’ proprio con i “colletti bianchi” che si chiude il cerchio della dilagante mafia dei pascoli in Sicilia. Le Forze dell’ordine e la magistratura faranno come sempre la loro parte, ma la politica non si limiti ad esprimere solidarietà (spesso ipocrita) e ad invocare l’intervento degli altri”.