SANT’AGATA MILITELLO – Come anticipato in un nostro precedente articolo, è stato depositato formalmente alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Patti, l’esposto-denuncia redatto dalla presidente dell’Associazione Giovani Diabetici Nebrodi, Rosy Caiola, in difesa e a tutela sia degli associati che di tutti i malati di patologie diabetiche che necessitano di strumenti, dispositivi e cure che devono essere erogate dall’ASP 5 Messina. La vicenda prende avvio dalla mancanza dei microinfusori di insulina preso la farmacia dell’ospedale di Sant’Agata Militello. “Intendo rappresentare il malcontento di tutti i membri dell’Associazione relativamente all’irresponsabilità di chi si occupa di Sanità e quindi di chi dovrebbe avere cura di assicurare e garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini di chi ha una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue dovuta ad un’alterata quantità o funzione dell’insulina, come il Diabete Mellito di tipo 1 o di tipo 2“, scrive Rosy Caiola all’incipit della lettera inviata agli organi competenti. Nel documento inoltre, si rileva “che l’Asp stessa a tutt’oggi non si è attivata al fine di formalizzare l’accordo sancito dall’Asp di Enna, nella qualità di capofila per il Bacino Orientale della Regione Sicilia, al fine di assegnare ai pazienti gli ausili ed i presidi (cateteri, serbatoi, sensori e cerotti) per migliorare la loro qualità di vita. Nonostante il medico diabetologo curante prescriva una certa quantità di presidi e ausili, chi di competenza dell’Asp di Messina, autorizza a darne solo una minima parte, sottoponendo i pazienti e causando alle loro famiglie un notevole stress mentale. Infatti, negli ultimi mesi, a causa della lentezza della procedura di formalizzazione del suddetto accordo, i numerosi pazienti dei Nebrodi si sono ritrovati di fronte ad un problema che li ha negativamente condizionati e nella maggior parte dei casi, soprattutto relativamente ai pazienti minorenni, si è verificata una notevole fluttuazione dei valori glicemici che comportano ipoglicemie e conseguenti iperglicemie che hanno minato inevitabilmente il loro stato di salute“. Infine, si chiede “che gli organi competenti accertino i motivi per i quali tale formalizzazione dell’accordo, alla data odierna, non risulta ancora siglata e se vi sono i presupposti per ipotizzare eventuale reato contro la salute e/o per interruzione di terapia e/o omissione atti di ufficio“. Il documento è stato inoltre recapitato all’Assessorato Regionale della Salute Dipartimento per la Pianificazione Strategica, al Direttore Generale ASP 5 Messina Gaetano Sirna, alla Responsabile del Distretto Sanitario di Sant’Agata Militello Rosalia Caranna, al Direttore Sanitario del presidio ospedaliero santagatese Mario Portera. Del caso si sono occupati, nelle scorse ore, anche il presidente del Parco dei Nebrodi Peppe Antoci e la deputata regionale Bernadette Grasso.
Di seguito la lettera integrale dell’associazione:
“Intendo rappresentare il malcontento di tutti i membri dell’Associazione relativamente all’irresponsabilità di chi si occupa di Sanità e quindi di chi dovrebbe avere cura di assicurare e garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini di chi ha una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue dovuta ad un’alterata quantità o funzione dell’insulina, come il Diabete Mellito di tipo 1 o di tipo 2.
In particolare il DM1, che interessa l’età evolutiva, ”è caratterizzato dalla distruzione, su base autoimmune delle beta cellule pancreatiche con conseguente deficit di insulina, pertanto necessita obbligatoriamente della somministrazione di insulina più volte al giorno e si presenta con un quadro clinico di complessa gestione sia perché investe tutte le attività basilari della vita quotidiana, sia per la possibilità di scompenso dell’equilibrio metabolico che può mettere a rischio la vita del paziente stesso”. Per cui la necessità di avere sempre disponibili i presidi è supportata da reali condizioni cliniche e la superficialità con la quale fino ad ora si è guardato a questo problema da parte dell’Asp di Messina, oggi più che mai è diventata insostenibile.
Si rileva, altresì, che l’Asp stessa a tutt’oggi non si è attivata al fine di formalizzare l’accordo sancito dall’Asp di Enna, nella qualità di capofila per il Bacino Orientale della Regione Sicilia, al fine di assegnare ai pazienti gli ausili ed i presidi (cateteri, serbatoi, sensori e cerotti) per migliorare la loro qualità di vita. Nonostante il medico diabetologo curante prescriva una certa quantità di presidi e ausili, chi di competenza dell’Asp di Messina, autorizza a darne solo una minima parte, sottoponendo i pazienti e causando alle loro famiglie un notevole stress mentale. Infatti, negli ultimi mesi, a causa della lentezza della procedura di formalizzazione del suddetto accordo, i numerosi pazienti dei Nebrodi si sono ritrovati di fronte ad un problema che li ha negativamente condizionati, e nella maggior parte dei casi, soprattutto relativamente ai pazienti minorenni, si è verificata una notevole fluttuazione dei valori glicemici che comportano ipoglicemie e conseguenti iperglicemie che hanno minato inevitabilmente il loro stato di salute.
L’AGD Nebrodi come Associazione che si occupa prevalentemente di giovani e bambini affetti da DM1 ma anche di pazienti affetti da DM2 ha il dovere di far mantenere costante l’attenzione sul tema DIABETE, sull’assunzione di responsabilità istituzionale e soprattutto ha il dovere di non far calpestare il diritto al miglioramento della qualità di vita e di cura, usufruendo di presidi sperimentati e posti in commercio a disposizione di chi, purtroppo, ne ha bisogno, e al fine di rendere meno faticosa e più accettabile la loro vita.
Lo studio sul controllo del diabete tipo 1 e delle sue complicanze, denominato Diabetes Control and Complications Trial (DCCT), ha dimostrato che un controllo metabolico ottimale riduce sostanzialmente i rischi a lungo termine delle complicanze legate alla malattia diabetica; l’obiettivo del trattamento nei pazienti diabetici è il raggiungimento di valori glicemici vicini alla norma, in modo da ridurre il più possibile il rischio di ipoglicemia e, nel contempo, di ottimizzare la loro qualità di vita, obiettivo, questo, raggiungibile specie con la terapia insulinica sottocutanea continua con microinfusore; questa modalità terapeutica rappresenta, anche in Italia, il “gold standard” della terapia dei pazienti con diabete di tipo 1.
La salute è un diritto sancito dalla costituzione all’art. 32 e tutelato anche dalla Legge 16 marzo 1987 n. 115 art. 3; che però viene costantemente violato dai responsabili preposti, i quali celandosi dietro tagli alla sanità privano il cittadino diabetico di tutti quegli strumenti necessari al miglior godimento della quotidianità.
Pertanto, si chiede che gli organi competenti accertino i motivi per i quali tale formalizzazione dell’accordo, alla data odierna, non risulta ancora siglata e se vi sono i presupposti per ipotizzare eventuale reato contro la salute e/o per interruzione di terapia e/o omissione atti di ufficio”.
Rosy Caiola