Con Boatright la Betaland convinta di vincere la sua scommessa

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    CAPO D’ORLANDO Sputare sangue per vincere una battaglia fondamentale per poi trionfare anche nella guerra finale della salvezza. Questo il motto settimanale di Gennaro Di Carlo, coach della Betaland uscita praticamente da sotto un camion grazie al successo in rimonta su Venezia e dai contemporanei ko di Torino e Pesaro e decisa a dare continuità alla quinta vittoria stagionale dovendo ospitare lunedi sera la Virtus Bologna, ad un anno esatto di distanza dal 63-72 sempre al PalaFantozzi, sesto successo delle v nere nella storia dei precedenti tra i due club, con i paladini a vincere, però, il confronto dell’andata per 76-64, terzo in totale. Di fronte le due squadre con la peggior percentuale da 2 punti della serie A: 46.0 per entrambe (337/732 per la Betaland, 329/715 per l’Obiettivo Lavoro). Ma i felsinei hanno appena segnato 115 punti, sia pure dopo 3 overtime, nella vittoria su Brindisi, mentre la Betaland ha finalmente inserito nel motore un playmaker in grado di tirare, realizzare con buone percentuali, attaccare il ferro e difendere. Ryan Boatright, ultimo arrivo in casa Orlandina, è stato presentato ufficialmente ieri dal Direttore Sportivo Giuseppe Sindoni nella classica conferenza stampa pre gara. “Avevamo l’esigenza ma non l’urgenza di allungarci poichè l’organico per vincere le partite c’era e lo abbiamo dimostrato contro Venezia – spiega il ds – ma per la salvezza forse serviva un ulteriore sforzo e con Boatright credo che ora possiamo raggiungere il nostro obiettivo”. “Conosco poco del basket italiano – le prime parole di Ryan – ma sono contento di essere qua, convinto che con il mio innesto la squadra possa vincere e salvarsi. Vincere il titolo Ncaa è stata per me una delle sensazioni più belle al mondo. Il mio tecnico a Uconn insegnava le basi per la Nba ma forse non era ancora il momento e per ora sono contento di essere qua e l’ambiente che ho trovato mi ricorda quello del college. Come dice il mio ex compagno Oriakhi sono un guerriero, magari piccolo, ma mi rialzo subito dopo ogni fallo brutto come se nulla fosse. Sicuramente mi sento un realizzatore ma voglio anche aiutare Alex poichè so che livello ha e proverò a spingerlo per farlo rendere al massimo perhè oriakhi so che può dare molto di più. Personalmente mi ispiro ad Allen Iverson anche per questioni fisiche, ma mi rivedo in Isaiah Thomas dei Boston Celtics”.