Omicidio Bruno, motivazioni della sentenza di Appello; esclusa la premeditazione

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    MESSINA – Sono state depositate le motivazioni della sentenza di Appello dell’omicidio di Andrea Bruno. La condanna a 24 anni e tre mesi di reclusione per Sebastian Oriti, è arrivata pochi giorni fa al termine del dibattimento che si è celebrato a Messina. Nel processo di primo grado, il giovane era stato condannato all’ergastolo. “Manca una dimostrata continuità tra la decisione di commettere l’omicidio e l’attuazione del delitto stesso” si legge nelle motivazioni e questo aspetto, secondo i giudici, rappresenta la mancanza di premeditazione del delitto da parte di Oriti, così come sostenuto dalla tesi difensiva degli avvocati Decimo Lo Presti e Gaetano Pecorella. Dagli elementi investigativi riscontrati nelle fasi meditatamente seguenti al delitto, non esiste alcun dubbio sulla colpevolezza di Sebastian Oriti – come si evince anche dalle pagine della motivazione che tirano in ballo gli atti delle indagini effettuate dei carabinieri, le prove e le varie testimonianze – tuttavia, permane nei giudici il dubbio che l’omicidio sia stato commesso con premeditazione poiché ripercorrendo i fatti che hanno condotto al litigio avvenuto la sera precedente tra i due, preludio del drammatico epilogo della vicenda, non esiste la certezza che sussista una continuità tra l’ideazione ed il compimento del delitto.