Oggi è la #giornatadeldialetto. #dilloindialetto per salvare le lingue locali

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    ROMA – Il 17 gennaio è la “Giornata del dialetto” istituita dall’Unpli (Unione nazionale Pro Loco d’Italia). Dal 2013, ogni anno, tutte le Pro Loco d’Italia vengono invitate ad inserire nelle loro manifestazioni uno spazio anche piccolo che ricordi l’importanza delle lingue e dei dialetti locali. Durante il mese di gennaio, ma ormai anche durante tutto l’anno, si susseguono eventi in centinaia di località italiane che aderiscono all’iniziativa.
    L’UNPLI ha invitato tutte le Pro Loco e tutte le realtà (Associazioni, Biblioteche, Centri di lettura, Enti, Scuole, Università, ecc…) che si adoperano per la tutela e salvaguardia di questi patrimoni linguistici, ad aderire a questa iniziativa. Ma non solo. E’ possibile, infatti, partecipare anche individualmente sfruttando i social network semplicemente scrivendo un post su Facebook o Twitter in lingua locale con l’hashtag #giornatadeldialetto e #dilloindialetto.
    Uno dei primi risultati tangibili dell’istituzione della Giornata Nazionale del Dialetto e delle Lingue locali, è stata proprio la nascita del Premio Nazionale Salva la tua lingua locale. Il Premio realizzato da UNPLI ha l’obiettivo di salvaguardare e valorizzare i patrimoni culturali locali e le espressioni linguistiche di tutto il territorio italiano.
    La Giornata intende sensibilizzare le comunità sull’importanza di tutelare saperi che rischiano di sparire nel giro di pochi anni. “Anche un piccolo gesto è importante per contribuire alla salvezza dei dialetti e delle lingue locali d’Italia – si legge sul sito dell’iniziativa – . Siamo infatti convinti che le piccole azioni, compiute da ogni singola persona, sono fondamentali ed imprescindibili per la salvezza, per la conservazione del patrimonio linguistico locale. E devono essere attuati da ognuno di noi, adesso, perché non possono essere rinviati, pena la scomparsa definitiva delle lingue locali che abbiamo ereditato dai nostri nonni e nonne e dai nostri padri e madri. Non possiamo delegare questo compito allo Stato, agli enti locali, che comunque dovranno essere stimolati e coinvolti, e che lo saranno a maggior ragione se noi saremo capaci di compiere piccoli gesti moltiplicati per milioni di persone”.