Esclusa la premeditazione in appello per l’omicidio Bruno. Le dichiarazioni

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    MESSINA – “La sentenza ha dato conferma della bontà delle richieste già avanzate in primo grado, e riteniamo sia stata fatta una pronuncia che abbia dato massimo equilibrio in una storia che probabilmente avrà un seguito”. Queste le dichiarazioni dell’avvocato Decimo Lo Presti, difensore di Sebastian Oriti, all’indomani della pronuncia della Corte d’assise d’appello di Messina che, in parziale riforma della sentenza di primo grado, ha condannato a 24 anni e tre mesi di reclusione il giovane di Rocca di Caprileone accusato dell’omicidio del coetaneo Andrea Bruno, avvenuto l’11 febbraio 2013. I giudici hanno, infatti, escluso l’aggravante della premeditazione.
    “Nel massimo rispetto per il dolore di tutte le persone coinvolte in questa vicenda – prosegue Lo Presti – ho motivo di ritenere che la sentenza abbia dato finalmente giustizia in ordine all’assenza di premeditazione. Una circostanza già dedotta abbondantemente anche in primo grado e che la Corte d’assise, nonostante fosse stata prodotta una giurisprudenza copiosa sul punto, aveva invece disatteso inopinatamente” conclude il legale.
    La sentenza che ha lasciato l’amaro in bocca ai familiari di Andrea Bruno e ai difensori della parte lesa. “Non riesco assolutamente a intendere si quali basi la Corte d’appello di assise possa avere escluso la premeditazione – commenta l’avvocato Giuseppe Mancuso, difensore della parte civile insieme all’avvocato Alessandro Nespola – aspetto di leggere la sentenza e valuteremo eventuali azioni da intraprendere”.
    In primo grado, il 2 aprile 2015, Oriti era stato condannato all’ergastolo. La difesa dell’avvocato Lo Presti, supportata anche dal professore Gaetano Pecorella, noto penalista del Foro di Milano, si è avvalsa di una precedente sentenza della Cassazione, secondo la quale sono necessarie delle prove piuttosto rigorose per confermare la premeditazione di un delitto.
    La sentenza è arrivata dopo quasi tre di ore di camera di consiglio, presidente Maria Pina Lazzara a latere Vincenza Randazzo. Il Procuratore Generale, Enza Napoli, aveva chiesto la conferma dell’ergastolo, così come anche gli avvocati di parte civile, Giuseppe Mancuso e Alessandro Nespola. Per quanto riguarda il risarcimento della parte civile, la Corte ha Confermato le provvisionali disposte in primo grado.
    La vicenda risale all’11 febbraio 2013. Era il periodo di Carnevale e i due, amici all’epoca, avevano avuto già da alcuni giorni dei dissapori per una ragazza. Sulla domenica, il 10 febbraio, scattò la lite durante una serata danzante nella palestra della scuola di Rocca di Capri Leone. Sebastian e Andrea si presero a parole e spintoni, ma sembrava essere finita lì. Ma la mattina seguente Andrea trovò Oriti fuori dal portone di casa: l’aggressore lo colpì con cinque coltellate al torace e all’addome. Bruno, ferito, riuscì a raggiungere l’atrio del palazzo in cui abitava dove ricevette aiuto da alcuni vicini. Morì all’ospedale di Sant’Agata Militello, dove era stato trasportato in ambulanza in condizioni disperate.