PALERMO – Il presidente della Commissione Attività Produttive all’Ars, on. Giuseppe Laccoto, si farà promotore la prossima settimana di organizzare un incontro sulla vicenda del paventato rischio restituzione degli investimenti per la riconversione al biologico di quasi ottomila aziende agricole siciliane. Laccoto chiederà all’Assessore Regionale all’Agricoltura di intervenire all’incontro con i rappresentanti di categoria: “Le parole dell’Assesore Cracolici ci rassicurano – ha dichiarato Laccoto – ma abbiamo il dovere di fornire le più ampie garanzie alle migliaia di imprenditori che rappresentano uno dei settori vitali dell’economia siciliana che hanno puntato con successo sulla produzione biologica”.
La vicenda, resa nota da Repubblica, fa riferimento ad “un bando da 320 milioni di euro di fondi Ue per aiuti alle coltivazioni biologiche bocciato dal Tar a causa di criteri poco chiari e finanziamenti dati a pioggia a diverse tipologie di biologico senza alcuna differenziazione”. Nel dicembre scorso, con un’ordinanza, i magistrati hanno ribadito la nullità della graduatoria e hanno nominato come commissario per l’esecuzione della sentenza la segretaria generale di Palazzo d’Orleans, Patrizia Monterosso. A rischio, oltre alle casse regionali, anche 8 mila aziende siciliane che dal 2013 al 2015 hanno ricevuto finanziamenti per 180 milioni di euro.
Anche Coldiretti Sicilia si dice “allarmata dal blocco dei pagamenti deciso dalla Regione delle somme assegnate con il bando del Programma di sviluppo rurale 2007 – 2013 e dalla presunta richiesta di restituzione che sta rimbalzando da più parti dopo l’ordinanza di esecuzione del Tar causata da un ricorso da parte di chi non è entrato in graduatoria”. Per Coldiretti Sicilia si tratta di “un rimpallo di responsabilità di cui certo non possono pagare le conseguenze gli imprenditori e per questo – affermano il presidente e il direttore, Alessandro Chiarelli e Prisco Lucio Sorbo – chiediamo un intervento chiarificatore dell’Assessore regionale dell’agricoltura che rassicuri tutti gli operatori”.
“E’ inoltre bene ribadire – concludono – che non si tratta di contributi bensì di compensazioni per i maggiori costi e il minor reddito determinati dalla conversione in biologico. Gli imprenditori hanno ottemperato a tutti gli impegni richiesti dalla normativa e quindi non è concepibile imputare loro qualsiasi responsabilità e conseguenza. L’assessore sciolga questi nodi e restituisca la serenità agli operatori”.