Sant’Agata Militello, salvo il punto nascita dell’ospedale

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    SANT’AGATA MILITELLO – Il punto nascita di Sant’Agata Militello non solo non chiuderà ma subirà un adeguamento e un potenziamento dei servizi che prevede un aumento del personale medico specialista a 10 unità più il primario. Lo comunica il primo cittadino santagatese, Carmelo Sottile, dopo che lo scorso 31 dicembre la scure del Ministero della Salute si è abbattuta rovinosamente sui centri nascita di Petralia Sottana, Santo Stefano Quisquina, Mussomeli e Lipari.
    “Nonostante le rassicurazioni dell’Assessorato regionale alla Salute ritenesse la soglia dei 500 parti non vincolante perché provvedimento non previsto dalla Rete Ospedaliera, lo scorso 4 dicembre era stata inviata al Presidente della Regione Siciliana e Assessore alla Salute Regione Siciliana richiesta di deroga per la chiusura punto nascita dell’Ospedale di Sant’Agata di Militello con cui i sindaci del Distretto, allarmati dalle direttive ministeriali di chiusura relativa al piano di emergenza urgenza pediatrica, che prevede la chiusura dei punti nascita con numero di parti inferiore a 500, chiedevano deroga della chiusura del punto nascita santagatese e la messa in sicurezza dell’attività di Ostetricia e ginecologia per garantire le gestanti del territorio di Mistretta-Sant’Agata Militello” scrive Sottile in una nota. Il punto nascita di Mistretta è stato, infatti, chiuso (con decorrenza dal prossimo mese di giugno, ndr) in quanto nel territorio insiste il punto nascita di Sant’Agata di Militello, la cui eliminazione determinerebbe l’impossibilità di raggiungere il punto nascita più vicino che si trova oltre 100 km da Mistretta, anche in considerazione dei problemi orografici del territorio.
    Inoltre, la chiusura determinerebbe una grave carenza sanitaria depauperando il territorio dell’assistenza materno-infantile in un vasto ambito territoriale con una popolazione di circa 100 mila abitanti.
    Rassicurazioni in merito arrivano anche dal Senatore del Nuovo Centro Destra Bruno Mancuso, dopo un confronto con il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. “La soglia minima di 500 parti l’anno – precisa Mancuso – è un valore solo indicativo e pertanto non può essere considerato il criterio unico o inflessibile per stabilire la chiusura di un reparto che, nel caso di Sant’Agata, garantisce un servizio essenziale in un territorio difficile come quello dei Nebrodi. Il mantenimento del punto nascita dell’Ospedale di Sant’Agata Militello – chiarisce dunque Mancuso – è legato non solo ai numeri, che si avvicinano comunque ogni anno alla soglia minima prevista di 500 parti, ma ad altri parametri che devono essere tenuti in considerazione quali la marginalità geografica, l’ampia fetta di territorio di riferimento, la difficoltà di collegamento con i centri montani che gravitano sul nosocomio santagatese e non ultimo, la competenza e la professionalità dimostrata negli anni da parte del personale medico e parasanitario”.
    Nel confronto con il Ministro Lorenzin è dunque emerso come i parametri del presidio di Sant’Agata Militello siano in linea con i criteri stabiliti dal “Comitato percorso nascite nazionale”. “Il punto nascita santagatese – conclude Mancuso – ha pertanto i requisiti essenziali e previsti dalle norme per garantire un adeguato supporto alla donna in caso di situazioni di emergenza che dovessero presentarsi in corso di pre-parto, travaglio, parto e post-parto”.