PALERMO – “Depositerò la lista al procuratore di Palermo a cui ho chiesto di essere sentito”. Così, Antonio Fiumefreddo, presidente di Riscossione Sicilia annuncia di volere consegnare alla magistratura l’elenco dei deputati dell’Ars a cui la società da lui guidata avrebbe pignorato parte degli stipendi per saldare vecchi debiti con l’erario. Una decisione che sa, inevitabilmente, di “vendetta” dopo il voto contrario dell’Ars che ha bocciato la ricapitalizzazione della partecipata.
Nella “lista nera” di Fiumefreddo, pubblicata dal quotidiano La Sicilia con l’elenco dettagliato dei singoli debiti maturati fino al 31 ottobre dai parlamentari siciliani, spiccano Bernadette Grasso, del gruppo Grande Sud – Pid e sindaco di Caprileone, con un debito di quasi 237 mila euro e Raffaele “Pippo” Nicotra, nuovo membro del Pd, con un debito di circa 187 mila euro. E ancora i 110 mila del presidente della Commissione regionale antimafia Nello Musumeci, il notaio siracusano Giambattista Coltraro con un debito di 97 mila euro e i 39 mila euro di debiti del presidente Rosario Crocetta. In totale sarebbero 24 i deputati regionali che hanno attivato il pignoramento da Riscossione Sicilia, mentre sedici hanno richiesto la rateizzazione. In moltissimi casi si tratta di debiti inferiori ai 2000 euro, mentre la restante parte oscillano tra i tremila ed i settantamila.
Su 90, solo 14 parlamentari non avrebbero alcun debito pendente con Riscossione Sicilia: Alongi, Cancelleri, Cappello, Ciancio, Cirone, Cracolici, D’Agostino, Figuccia, Fontana, Gucciardi, Mangiacavallo, Palmeri, Sammartino e Venturino, mentre due sono addirittura non censiti.
Sempre secondo l’elenco fornito da Fiumefreddo e pubblicato da La Sicilia, tra gli 11 deputati eletti in provincia di Messina, oltre alla già citata Grasso, in 5 avrebbero un debito inferiore ai 2000 euro (Santi Formica, Giuseppe Laccoto, Filippo Panarello, Giuseppe Picciolo, Valentina Zafarana); poco più di 3500 euro il debito di Giovanni Ardizzone, Nino Germanà e Francesco Rinaldi (con pignoramento attivato); più consistente il debito di Carmelo Currenti (circa 78800 euro con rateizzazione) e di Marcello Greco (54000 euro con pignoramento attivato).
Ma, proprio in virtù delle vicende politiche in corso, sono dati da prendere con le dovute precauzioni. E, difatti, non si fanno attendere le smentite. Come quella del presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Ardizzone: “Non ho alcun pignoramento in corso, né Riscossione Sicilia ha titolo alcuno per avviare un’azione esecutiva nei miei confronti – scrive in una nota, nella quale annuncia anche di aver rinnovato l’incarico all’avvocato Salvatore Giannone del Foro di Messina, per tutelare i propri diritti e valutare i presupposti per una querela nei confronti del quotidiano catanese.
Smentita anche dal presidente della Commissione Bilancio all’Ars, Vinciullo. Il deputato, oltre a negare ogni addebito (comunque minimo), sottolinea come la notizia “viene data in un momento difficile in quanto la Commissione si appresta a discutere il secondo disegno di legge a favore di Riscossione Sicilia, dal momento che il primo è stato bocciato la scorsa settimana” e invita a “non assumere atteggiamenti inutilmente provocatori, che fanno solo male a 700 lavoratori che rischiano di essere licenziati”.