BARCELLONA – I carabinieri della compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto e della Sezione Anticrimine del R.O.S. di Messina, questa mattina, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Messina, Dr. Giovanni DE MARCO, su richiesta del Procuratore Capo Guido LO FORTE e dei P.M. Vito DI GIORGIO ed Angelo CAVALLO della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo. L’operazione ha portato all’arresto di 8 persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, rapina, porto abusivo di arma da fuoco, furto e incendio, aggravati dalla disponibilità di armi e materiale esplodente nonché dall’aver commesso i fatti avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p., al fine cioè di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa denominata “famiglia barcellonese”.
I destinatari della misura cautelare sono Giuseppe Ofria, 21 anni, Giovanni Fiore, 26 anni, entrambi di Milazzo, Marco “Balduccio” Chiofalo, 22 anni, Salvatore Chiofalo, 26 anni e Santino “Gigi” Benvenga di 23 anni, di Barcellona, Bartolo D’Amico, 26 anni e Carmelo Crisafulli 25 anni, di Messina, ed infine Tonino Biondo, detto “palloncino”, 40 anni, nato in Germania.
Il provvedimento scaturisce dalle indagini avviate nel 2014 dai Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto a seguito di una serie di gravi danneggiamenti, portati a termine nel comprensorio tirrenico della provincia di Messina, i cui esiti, anche grazie allo sviluppo investigativo degli elementi emersi a margine dell’operazione “Gotha 5”, che tra i mesi di aprile e giugno 2015 ha portato all’esecuzione di un totale di 32 provvedimenti restrittivi, e delle dichiarazioni di 2 nuovi collaboratori di giustizia, Franco MUNAFO’ ed Alessio ALESCI, hanno permesso di comprovare l’operatività, nell’area barcellonese, di un gruppo criminale affiliato a “Cosa Nostra” dedito alle attività estorsive e al narcotraffico, documentando i ruoli dei diversi sodali nella realizzazione di molteplici atti intimidatori e danneggiamenti funzionali all’imposizione del racket sia nel settore dei servizi di sicurezza privata all’interno delle discoteche di Barcellona P.G. e Milazzo, sia in quello del trasporto marittimo dei turisti verso le isole Eolie.
Inoltre è stato possibile individuare gli autori degli incendi che hanno causato la distruzione di gran parte della discoteca-sala ricevimenti “Villa Liga” di Portorosa a Furnari (circa 1 milione di euro di danni) e della motonave da diporto di 32 metri “Eolo d’oro”, impiegata per minicrociere nelle isole Eolie (circa 800 mila euro di danni, interamente indennizzati attraverso i fondi messi a disposizione dalla “FAI-Federazione Antiracket Italiana”) avvenuti rispettivamente il 13 agosto e 3 dicembre 2014.
L’incendio di “Villa Ligà” fu deciso da Alessio ALESCI, Franco MUNAFÒ e Giuseppe OFRIA dopo che quest’ultimo, durante una serata danzante, ebbe una discussione con alcuni componenti del servizio di sicurezza del locale. Nonostante la stessa sera l’OFRIA avesse umiliato pubblicamente e aggredito fisicamente gli antagonisti, sottolineando il proprio “rango mafioso”, il gruppo si determinò a un gesto eclatante. Secondo quanto riportato dai collaboratori, OFRIA era intenzionato a vendicarsi a livello personale con chi non l’aveva rispettato in quella circostanza: “a questo pezzo di merda glielo devo fare pagare, o gli brucio la macchina o gli sparo nella macchina” ma la decisione finale fu di dare un segnale di pubblica intimidazione da parte di tutto il gruppo ”<
La vastità delle fiamme fu tale che nelle operazioni di accensione, come confermato dagli accertamenti effettuati dal Nucleo Operativo di Barcellona, D’AMICO Bartolo si ferì gravemente ai piedi, tanto da doversi ritirare per qualche settimana a Lipari, a casa di un’amica che provvide a curarlo poiché lui non era neanche in grado di deambulare. Fu l’ALESCI a dare 1000 al D’AMICO per poter provvedere alle sue cure.
Diversamente, l’incendio della nave da diporto “Eolo d’oro” è stato commissionato da FIORE Giovanni, soggetto emergente dell’area milazzese e recentemente tratto in arresto per estorsioni commesse nei confronti di imprenditori edili che stanno svolgendo lavori sul lungomare di ponente. Secondo le dichiarazione dei due collaboratori, supportate dalle attività d’indagine a riscontro condotte dal Nucleo Operativo dei Carabinieri di Barcellona, FIORE si sarebbe rivolto al gruppo barcellonese, proprio attraverso MUNAFÒ e ALESCI, per incendiare l’imbarcazione dell’imprenditore milazzese Salamone. FIORE si sarebbe “affidato” al gruppo barcellonese non soltanto per accreditarsi presso di loro, essendo in ascesa nell’imposizione delle estorsioni agli imprenditori di Milazzo, ma anche per dimostrare in maniera eclatante alla famiglia della sua fidanzata, figlia del titolare di una società concorrente dei Salamone nell’ambito del trasporto turistico verso le isole Eolie, il proprio potere territoriale. Il vasto incendio che distrugge completamente la nave “Eolo d’oro”, in questo senso, è stato quasi una dimostrazione d’amore dai chiari connotati mafiosi. Per l’esecuzione della commessa, il gruppo barcellonese ha percepito un corrispettivo di 2000 euro più il costo dei circa 200 litri di benzina utilizzati per distruggere interamente l’imbarcazione.
Sul punto il GIP ha rilevato che “il riferimento operato dal FIORE all’ALESCI non è meramente funzionale alla ricerca di un gruppo di sicari da assoldare, bensì è il chiaro atteggiamento di chi si rivolge al vertice di un’organizzazione criminale che esercita il controllo su una determinata porzione di territorio”.
Le risultanze dell’indagine odierna sono state ulteriormente confermate anche dalle dichiarazioni rese dai nuovi collaboratori di giustizia, Franco MUNAFO’ ed Alessio ALESCI, già colpiti da ordinanze di custodia cautelare i quali, oltre a confermare l’esistenza del gruppo criminale cui appartenevano (riferibile al medesimo ALESCI ed al nipote Giuseppe OFRIA), hanno svelato i nomi dei soggetti che hanno rappresentato nel corso del tempo l’assetto operativo dell’associazione mafiosa, composto anche dalle persone arrestate oggi, prima in libertà.
Nell’ordinanza è contestata l’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di poter disporre di armi e materie esplodenti. Nel caso specifico, BIONDO è ritenuto custode della sostanza stupefacente nonché di un arsenale di armi, a disposizione dell’intero gruppo di OFRIA, ALESCI, D’AMICO e CHIOFALO. Nella stessa operazione è stato arrestato anche Carmelo CRISAFULLI, autore in concorso con altri due complici della rapina al supermercato “Spaccio Super Fresco” di Campogrande di Tripi. Nel corso della rapina i malviventi, per guadagnarsi la fuga, esplosero due colpi d’arma da fuoco di cui uno ferì un cliente provocandogli gravi lesioni ad una gamba.
I provvedimenti cautelari odierni si inseriscono in un percorso investigativo ormai consolidato, si tratta infatti di un filone d’indagine dell’operazione “Gotha 5”. Attraverso questi arresti la D.D.A. di Messina, i Carabinieri della Compagnia di Barcellona e del ROS di Messina sferrano un ulteriore colpo alla consorteria mafiosa barcellonese, i cui gangli territoriali, mediante il collaudato meccanismo del rimpiazzo e dell’ascesa delle nuove leve, continuano ad essere operativi.