SANT’AGATA MILITELLO – Si concluderà oggi l’appuntamento con l’edizione autunnale della tradizionale Fiera di Sant’Agata. Come sempre, è stata grande l’affluenza di pubblico proveniente da tutti i paesi dell’hinterland, ma è l’aspetto commerciale della due giorni fieristica che ne determina il successo. Ci sono circa duecentodieci stands presenti negli stalli sul lungomare santagatese, in calo di circa il quaranta per cento rispetto agli anni precedenti. Da qualche anno, infatti, si registra una diminuzione delle istanze di partecipazione all’evento fieristico santagatese; inevitabile, quindi, un minore introito economico per il Comune. Oltre alle spese legate ai trasferimenti, al carico merce, alla permanenza per almeno tre giorni con vitto e alloggio in città, infatti, i commercianti ambulanti devono affrontare anche il costo relativo all’acquisizione del diritto di esporre nell’area commerciale del suolo pubblico che varia dai 108 euro pagati dal singolo banco vendita, ai 246 per le esposizioni più ampie. La riduzione del numero delle istanze, è in parte legata anche alla mancata assegnazione di circa ventisei stalli che prima erano fruibili nella zona dove è crollato un tratto del lungomare (nell’ottobre del 2014) e di altri quattordici circa nelle varie aree che attualmente sono interessate dalla presenza di cantieri per l’esecuzione di lavori pubblici. In via di completamento quello di riqualificazione dell’arena dell’ex museo dei Nebrodi che, prima dell’avvio del cantiere, faceva disporre sia di alcuni spazi fieristici che dei parcheggi per le auto dei visitatori. Posteggio problematico anche nella villa Falcone e Borsellino – anch’essa oggetto di importanti lavori di adeguamento strutturale – che con la sua temporanea interdizione impedisce lo stallo di almeno duecento veicoli.
LA STORIA – La Fiera risale al medioevo, il diritto a svolgerla, venne concesso infatti il 28 luglio del 1700, al principe del tempo, Don Gaetano Gallego Ventimiglia. Costituiva allora, una delle più favorevoli occasioni di mercato per l’economia prevalentemente pastorale e agricola dei paesi nebroidei, i cui abitanti confluivano sulla marina di Sant’Agata per la vendita dei capi di bestiame (buoi, cavalli, asini, capre etc.) e l’acquisto di prodotti artigianali e di consumo (tessuti a metraggio per confezionare vestiti, cappotti o lenzuola per completare il corredo della figlia da maritare, utensili per la campagna, canestri di verghe, fusi e conocchie per filare lana, lino.
Scopo principale della manifestazione, che si svolge nel rispetto della tradizione, è far rivivere e valorizzare antiche tradizioni locali, usi e costumi, promuovendo la conoscenza dei prodotti del territorio e la conservazione di antichi mestieri ormai in estinzione. Per il settore zootecnico sono presenti allevamenti di ovini, bovini, suini, equini, etc.. Tra i prodotti locali la produzione di agrumi, di olio e di prodotti enogastronomici dei Nebrodi, tra quelli artigianali il ricamo e i manufatti in ferro battuto. Saranno altresì presenti articoli di ogni genere lungo la vasta area espositiva del litorale santagatese.